lunedì 17 febbraio 2014

JOE JACKSON - Rain (2008) ****1/2


 "Rain" è in assoluto uno degli album migliori di Joe Jackson e forse il migliore in assoluto, per completezza e compatezza del risultato finale. Praticamente tutte le canzoni sono di grande livello (se si eccettua la poco più che discreta "Too Tough", una pop-song troppo standard per essere realmente interessante). Per il resto l'album vola davvero alto e i grandi brani si susseguono senza sosta, dall'iniziale e bella "Invisible Man", originale e visionaria nella sua melodia sospesa tra il pop e la musica classica, per passare al pop-rock sarcastico e geniale di "Citizen Sane", canzone piena di ritmo e energia.





 Poi arriva "Wasted time", lenta pop song, triste e drammatica, molto malinconica (che ricorda un pò, nell'atmosfera, l'altrettanto bella "Not here, not now" dall'album "Body and Soul" del 1984).

 Poi è la volta del pop dal ritmo divertente (molto anni '60) di "Uptown train". Altro grande brano.


Poi arrivano due tra i brani migliori, due capolavori: "King pleausure time" ci riporta dritti dalle parti dei primi album di Joe Jackson, in un'insieme riuscitissimo di pop, punk e rock. Canzone piena di energia e davvero geniale, ricorda un pò l'irruenza di un'altro capolavoro di Joe, "Got the time" (dal primo album "Look sharp!"-1979). 

Il secondo vero capolavoro dell'album è "Solo (so low)", canzone sulla solitudine, davvero malinconica, con quella sua melodia languida, struggente, eppure piena di emozione e di bellezza, pur nella sua drammaticità, con uno stile sospeso  tra il pop e la musica classica.


Il finale è affidato ad un tris di canzoni ancora di alto livello. 
La prima è "Rush across the road", un brano davvero bello, una ballata pop dalla melodia avvolgente e dal ritornello che ti entra in testa e non se ne va più via. La canzone parla di quando si incontra di nuovo una persona che per noi è stata speciale e nel rivederla capiamo di esserne ancora innamorati e dunque non ci resta che "attraversare la strada" ("Rush across the road") per ricongiuncerci a lei.

 
Poi arriva il terzo capolavoro dell'album, "Good bad boy" ,  un brano micidiale, unico e originale, a metà strada tra certe sonorità acide e spigolose dell'album "Beat crazy" (1980) e la genialità assoluta di "Night and day" (1982), in un mix riuscitissimo di rock, pop e ritmi quasi orientaleggianti, con una melodia azzardata e spigolosa, ma di grande impatto energico, piena di verve e ritmo a più non posso.



Il finale è affidato ad una canzone lievemente inferiore allo standard altissimo dell'album. "A place in the rain" è comunque un'ottimo brano. E' una ballata che ha quasi la cadenza di un valzer d'altri tempi. Il testo è molto bello e significativo; Joe parla del trovare un luogo dove stare bene e potersi riparare da un mondo ostile e poco ospitale; "Un luogo nella piogga" (appunto). 


Invisible Man ****1/2
Too tough ***
Citizen Sane ****1/2
Wasted time ****1/2
Uptown train ****1/2
King pleausure time *****
Solo (so low) *****
Rush across the road ****1/2
Good bad boy *****
A place in the rain ****

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