domenica 2 marzo 2014

PAOLO SORRENTINO - La grande bellezza (2013) ***1/2

Questo ultimo film di Sorrentino mi è piaciuto.Non lo considero un capolavoro, ma è un'opera interessante e coraggiosa, un film molto anomalo, particolare e originale.
Ciò che lo rende interessante è che è un film che fà riflettere, è pieno di colori, di luci, di personaggi, eppure, una volta finito, ti lascia un senso di vuoto tremendo, ma è proprio quel senso di vuoto che ti fà riflettere.
 E' un film sulla "mancanza di senso" nella vita di tutti i giorni e sulla ricerca di quella "grande bellezza" che dobbiamo cercare per forza, perchè altrimenti la nostra vita non avrebbe senso. Il protagonista, come dice alla suora missionaria di 104 anni, non l'ha mai trovata questa "grande bellezza", la sta ancora cercando, nel mondo, nelle cose attorno a lui, nelle persone e in se stesso.
Un film che forse merita veramente l'oscar come miglior film straniero.
E' un film in qualche modo, si, felliniano, nel senso più nobile del termine, perchè è un film molto complesso in cui ci si può perdere a cercare tutte le sfumature e i particolari.
Decisamente un buon film.

FEDERICO MOCCIA - Scusa ma ti chiamo amore (2008) ***

Che dire? ...Sinceramente ho iniziato a vedere questo film con un sacco di pregiudizzi...Non ho letto i libri di Moccia ma in un'incontro con gli studenti, per la presentazione di un suo film, uno studente gli ha detto: "Lei è l'anti-letteratura...come si permette di scrivere libri e girare film?...Il suo stile di scrittura è un "non stile".... E' vero, il successo non sempre è indice di "vero talento" (anzi), ma questo primo film di Federico Moccia, pur non essendo un capolavoro, è un piccolo film carino, piacevole, rilassante e a mio parere è un film scritto abbastanza bene. E' stato definito banale, surreale, e ...si, forse è banale e surreale, ma è una fiaba, ed è surrele perchè è una fiaba d'amore, anche "La bella e la bestia" è surreale, ma è una bellissima storia d'amore. Questo film non è certo al livello di quel capolavoro, ma, ripeto, è un film delicato, senza battute grevi, senza scene di sesso troppo esplicite, è un film romantico, per niente brutto o mediocre, come è stato definito da molti. La regia è accademica, è vero, ma per la storia che racconta è perfetta, così come gli attori, tutti calzati perfettamente nelle parti, pur non essendo dei mostri di bravura. E' vero, probabilmente la stragrande maggioranza dei fan di questo film è fatta di un pubblico adolescente o comunque piuttosto giovane, attirata magari più che dal film dalla presenza del sex symbol Raul Bova, ma non bisogna confondere questo fenomeno con il valore del film, che comunque c'è (probabilmente non altissimo, ma nemmeno mediocre). Ripeto, è un piccolo film, discreto e piacevole, di un'autore che a me pare (anche come persona) da rispettare: Moccia sembra avere un carattere timido, educato, gentile e non si dà tante arie, come invece potrebbe fare (visto tutti i libri che ha venduto nel mondo e gli incassi dei suoi film). Diciamo che il suo carattere mi sembra rispecchi bene questo suo film: educato, gentile e piacevole.
Una recensione che ho letto del film dice:
Ciò che lascia veramente stupiti e amareggiati, però, è il modo in cui il regista, una persona nata nel 1963, rappresenta l’età della maturità e il mondo degli adulti, ridotti a macchiette di smidollati, tratteggiati con pennarello punta grande, che nulla hanno capito della vita, quella ‘vera’.
Io dico, cos'è che non hanno capito?...Uno è stato lasciato dalla moglie, che è andata con un'altro, un suo amico pure, è stato tradito dalla moglie...E allora?...Cos'è che non hanno capito?...Sono macchiette?...Non direi, sono personaggi come ce ne sono tanti in giro, nella realtà, a cui la vita di coppia non va così bene...la fiaba, l'irreale, forse, è l'innamoramento del 36° con la 18° (anche se magari può anche succedere, visto che qui il 36° ha un bel lavoro, una bella casa,  è un "gran figo" ecc..ecc..)...Per il resto, che dire?....De gustibus!!...
Però il recensore di internet va avanti: "Moccia tenta inoltre di insinuare nelle nostre(?) menti l’idea che l’amore sia sempre in agguato". Ma che sta dicendo questo? Insinuare nelle nostre menti?...
Ma il baldo recensore continua: "Peccato che “Scusa ma ti chiamo amore” proponga, aderendovi, un’idea di amore e dei sentimenti che è così tanto ‘rappresentazione’ teleVisiva da spegnere ogni piccolo residuo di romanticume presente nelle persone più cresciute!.
A parte che l'idea d'amore televisiva quale sarebbe?...E comunque a me non ha spento nessun "romanticume" , e non sono adolescente....E poi perchè c'è un'idea d'amore televisiva, una cinematografica, una reale, una romanzata?...Fatemi capire...
La recensione finisce con:
Irritante la solita voce fuori campo, surreali i dialoghi, inammissibili le frasi d’amore che compaiono a caso sullo schermo, scomodando e violentando autori come Neruda, Shakespeare o Walt Whitman.
Inammissibile le frasi d'amore che compaiono ogni tanto?...E perchè sono inammissibili?...E chi è che ha violentato Shakespeare?...Ma qual'è il problema di questo recensore?...Sui dialoghi surreali non sono daccordo per niente e la voce fuori campo è una delle cose migliori del film. Ma...De gustibus naturalmente!!...
Ripeto "Scusa ma ti chiamo amore" non è certo un capolavoro, è un film però discretto, piacevole e carino.



giovedì 20 febbraio 2014

JOE JACKSON - Beat Crazy (1980) ****



Il terzo album di Joe Jackson è anche il più coraggioso del primo tris di album. Se i primi due erano più semplici, diretti, e in qualche modo non molto distanti dal genere di cose che si potevano sentire verso la fine degli anni '70 (Police, Elvis Costello, Graham Parker), "Beat Crazy" vira coraggiosamente il tiro, non ci sono infatti canzoni dai ritornelli diretti e pop, ma canzoni dagli arrangiamente azzardati e dai ritornelli geniali e originali. Joe Jackson inizia a mostrare tutto il suo genio ecclettico (non che i primi due album non fossero ecclettici, ma qui Jackson mostra la sua originalità di compositore, sfornando un'album davvero unico nella storia della musica, un mix di rock/reggae/ska/pop/ molto acido, rabbioso, con testi al vetriolo che si scagliano contro tutti e tutto.










Beat Crazy ****1/2
One to one ****1/2
Evil eye ****
In every dream home (a nightmare) ****
Mad at you ****1/2
Crime don't pay ***1/2
Someone up there ***1/2
Biology ***1/2
Battleground ****
Pretty Boys ***1/2
Fit ****1/2

JOE JACKSON - I'm The Man (1979) ***1/2


Il secondo album di Joe Jackson è solo lievemente inferiore all'ottimo esordio, anche se non mancano 3 grandi brani. L'album è una sorta di secondo volume del primo, e unisce in modo riusciuto reggae/rock/punk/funky e pop.  "It's different for girls" è un classico di Joe Jackson, un pop song riuscitissima, originale e dal ritornello azzeccatissimo.

 


 

"I'm the man" è un rock/punk esplosivo e pieno di energia.




"Don't wanna be like that" è una grande canzone rock, piena di rabbia e dal ritornello incalzante.




Il resto non è dello stesso livello anche se il materiale (a parte qualche canzone) è abbastanza valido.
L'album ha un suono più sporco e "live" rispetto al primo album, infatti è registrato in studio, ma in presa diretta.







On your radio ***1/2
Geraldine and John ***
Kinda kute ***
It's different for girls ****1/2
I'm the man ****1/2
The band wore blue shirt ****
Don't wanna be like that ****1/2
Amateur hour ***1/2
Get that girl ***
Friday ****

JOE JACKSON - Look Sharp! (1979) ****


L'ALBUM "LOOK SHARP!"  HA VENDUTO:
in USA: 500.000 copie
in CANADA: 100.000 copie
UK: 60.000 copie
AUSTRALIA: 25.000 copie
NUOVA ZELANDA: 7.500 copie

POSIZIONI IN CLASSIFICA  DELL'ALBUM "LOOK SHARP"
20° posto in USA (per 39 settimane)
40° posto in UK (per 10 settimane)
36° posto in OLANDA (per 7 settimane)

POSIZIONI IN CLASSIFICA DEL SINGOLO  "Is she really going out with him?"
13° posto in UK
21° posto in USA

LA CRITICA HA SCRITTO dell'album "LOOK SHARP!":
Hi-Fi News: " Un'album di esordio che finirà in molte liste dei migliori album del '79".

Joe Jackson (all'epoca) disse di se: "
  "Non vengo dal rock e voglio che lo si sappia in giro. A tredici anni ascoltavo Beethoven, ed è ancora il mio musicista preferito; a quattordici amavo i Beatles, a 15 studiavo violino e pianoforte, a sedici adoravo David Bowie, a 17 stravedevo per Duke Ellington e Charlie Parker, a 18 mi sono eccitato per il punk ma mai mi è passato per la mente di diventare uno di quei rocker che vomitano sui genitori e sulle istituzioni."

IL MIO PARERE:
L'album di esordio di Joe Jackson è già un'ottimo lavoro, tutti i brani sono freschi e di alto livello e l'album scorre che è un piacere. Le punte più alte sono toccate forse da "Look Sharp", "Fools in love" e "Got the time"; il resto è solo lievemente inferiore. L' album  miscela pop, rock, funky, reggae e punk. L'approccio compositivo di Joe Jackson non è forse ancora particolarmente originale, ma si nota già un'autore capace di mixare i generi più svariati e di comporre con facilità canzoni di alto livello. 












martedì 18 febbraio 2014

JOE JACKSON - LIVE 80-86 (1988) ****



Davvero un'ottimo live questo di Joe Jackson, che racchiude i suoi primi 4 tour mondiali, tra il 1980 e il 1986.
L'album cattura Joe in alcuni momenti davvero ispirati. Il primo cd (che racchiude i tour dal 1980 al 1983) è davvero grande, il secondo (che racchiude i tour dal 1984 al 1986) è un pò inferiore, ma comunque di qualità.  Le cose migliori sono comunque le versioni straordinarie di "Real Men" e "A slow song". "Real men" era già un capolavoro assoluto nella versione studio, ma anche questa versione live (che è più dolce, meno aggressiva di quella in studio) non leva niente all grande bellezza di questa canzone. "A slow song" nella versione studio era già un bel brano, ma in questa esecuzione live diventa davvero un gran capolavoro e tira fuori davvero tutta la bellezza. Joe canta con grandissimo trasporto e poi lo stacco strumentale affidato al sassofono è  magnifico. Grandissimo brano. Se in studio forse è "Real Men" la canzone di Joe che amo di più, questa "A slow song" dal vivo forse è davvero la sua cosa migliore. Un'altro brano davvero straordinario è la versione di "On your radio". Sull'album del 1979 ("I'm the man") era solo un buon brano, ma qui assume le sembianze di un vero capolavoro. Joe cambia radicalmente gli arrangiamenti e la canzone acquista una potenza incredibile. Altri grandi momenti sono "One to one" (da "Beat crazy"-1980), "Is she really going out with him" (versione più rock di quella apparsa in studio e decisamente più bella), e poi "Don't wanna be like that", "Got the time" e "Fools in love" (quest'ultima radicalmente cambiata rispetto alla versione in studio e probabilmente anche più bella!).
Comunque davvero un live da avere!...

THE BEAT CRAZY TOUR -1980
One to one ****1/2
I'm the man ****
Beat Crazy ****
Is she really going out with him? ****1/2
Don't wann be like that ****1/2
Got the time ****1/2
THE NIGHT AND DAY TOUR -1982-83
On your radio *****
Fools in love ****1/2
Cancer ***
Is she really going out with him? ***
Look Sharp! ****1/2
THE BODY AND SOUL TOUR- 1984
Sunday Papers ***
Real Men *****
Is she really going out with him? ****
Menphis ***1/2
A Slow Song *****
THE BIG WORLD TOUR -1896
Be my number two ****
Breaking us in two ****
It's different for girls ****
You can't get what you want ***
Jumpin Jive ***
Steppin Out ***1/2

lunedì 17 febbraio 2014

JOE JACKSON - Rain (2008) ****1/2


 "Rain" è in assoluto uno degli album migliori di Joe Jackson e forse il migliore in assoluto, per completezza e compatezza del risultato finale. Praticamente tutte le canzoni sono di grande livello (se si eccettua la poco più che discreta "Too Tough", una pop-song troppo standard per essere realmente interessante). Per il resto l'album vola davvero alto e i grandi brani si susseguono senza sosta, dall'iniziale e bella "Invisible Man", originale e visionaria nella sua melodia sospesa tra il pop e la musica classica, per passare al pop-rock sarcastico e geniale di "Citizen Sane", canzone piena di ritmo e energia.





 Poi arriva "Wasted time", lenta pop song, triste e drammatica, molto malinconica (che ricorda un pò, nell'atmosfera, l'altrettanto bella "Not here, not now" dall'album "Body and Soul" del 1984).

 Poi è la volta del pop dal ritmo divertente (molto anni '60) di "Uptown train". Altro grande brano.


Poi arrivano due tra i brani migliori, due capolavori: "King pleausure time" ci riporta dritti dalle parti dei primi album di Joe Jackson, in un'insieme riuscitissimo di pop, punk e rock. Canzone piena di energia e davvero geniale, ricorda un pò l'irruenza di un'altro capolavoro di Joe, "Got the time" (dal primo album "Look sharp!"-1979). 

Il secondo vero capolavoro dell'album è "Solo (so low)", canzone sulla solitudine, davvero malinconica, con quella sua melodia languida, struggente, eppure piena di emozione e di bellezza, pur nella sua drammaticità, con uno stile sospeso  tra il pop e la musica classica.


Il finale è affidato ad un tris di canzoni ancora di alto livello. 
La prima è "Rush across the road", un brano davvero bello, una ballata pop dalla melodia avvolgente e dal ritornello che ti entra in testa e non se ne va più via. La canzone parla di quando si incontra di nuovo una persona che per noi è stata speciale e nel rivederla capiamo di esserne ancora innamorati e dunque non ci resta che "attraversare la strada" ("Rush across the road") per ricongiuncerci a lei.

 
Poi arriva il terzo capolavoro dell'album, "Good bad boy" ,  un brano micidiale, unico e originale, a metà strada tra certe sonorità acide e spigolose dell'album "Beat crazy" (1980) e la genialità assoluta di "Night and day" (1982), in un mix riuscitissimo di rock, pop e ritmi quasi orientaleggianti, con una melodia azzardata e spigolosa, ma di grande impatto energico, piena di verve e ritmo a più non posso.



Il finale è affidato ad una canzone lievemente inferiore allo standard altissimo dell'album. "A place in the rain" è comunque un'ottimo brano. E' una ballata che ha quasi la cadenza di un valzer d'altri tempi. Il testo è molto bello e significativo; Joe parla del trovare un luogo dove stare bene e potersi riparare da un mondo ostile e poco ospitale; "Un luogo nella piogga" (appunto). 


Invisible Man ****1/2
Too tough ***
Citizen Sane ****1/2
Wasted time ****1/2
Uptown train ****1/2
King pleausure time *****
Solo (so low) *****
Rush across the road ****1/2
Good bad boy *****
A place in the rain ****

JOE JACKSON - Volume IV (2003) ****



E' l'album di ritorno di Joe Jackson al pop-rock più semplice e diretto, che lo riporta alle atmosfere dei primi due album ("Look Sharp" e "I'm the man", entrambi del 1979). Certo, sono passati molti anni e l'approccio compositivo di Joe Jackson è molto più maturo, più elegante, più ricercato, è un pop-rock adulto e intelligente quello che si sprigiona dalle note di questo ottimo album, che però non riesce ad essere grande per la mancanza di veri colpi di genio, se si escludono (forse) almeno due tracce, l'iniziale "Take it like a man", un brano vitalissimo e geniale, un pop-rock ignettato di ritmi latini, ballabilissimo ed effervescente. 

L'altro grande brano del disco è la canzone conclusiva, "Bright grey", un rock-punk che riporta il nostro davvero vicino allo stile "new wave" dei primi due album. "Bright grey" è una rock-song dal ritmo forsennato, piena di ritmo e di energia. Geniale.

Il resto dell'album è quasi tutto di ottimo livello, ma mancono delle canzoni veramente straordinarie. In conclusione quello che non mi convince del tutto di questo album è che (a parte un paio di brani) è un'album un pò anonimo, fatto di ottime canzoni, ma che sanno di già sentito, manca l'originalità di Joe Jackson, il suo tocco, cosa che invece si ritrova in tutti gli altri suoi album, anche quelli meno riusciti.










Take it like a man ****1/2
Still alive ****
Awkward age ****
Chrome ****
Love at first light ****
Fairy dust ****
Little bit stupid ****
Blue flame ****
Dirty Martini ***1/2
Thug r us ***
Bright Grey ****1/2

JOE JACKSON - Night and Day II (2000) ****



Sin dalla copertina questo album è affascinante. In essa, sullo sfondo, si possono vedere ancora le torri gemelle, che cadranno circa un anno dopo l'uscita di questo album...
Per molti questo "Night and day II" è l'album della rinascita di Joe Jackson, per molti altri è solo un triste tentativo di "emulare" il suo album di maggior successo (di critica e pubblico), quel "Night and Day" (1982) che lo lanciò di diritto tra i grandi (io direi grandissimi) autori pop moderni. Per molti critici Joe Jackson negli anni 90 si era perso dietro ad album noiosi e pretenziosi (che invece sono, a mio modesto parere, tra i migliori in assoluto della sua produzione), ma Joe Jackson è un'ecclettico per natura e così non gli ci vuole molto a farsi tornare la voglia di pop e ritmi latini, e cioè quella stessa ispirazione che aveva dato vita al primo "Night and day", solo che adesso vi unisce anche i violini, l'elettronica e la musica classica (suo amore "malcelato" da sempre). Il secondo capitolo di "night and day" non arriva al livello del primo, ma ci manca poco: ci sono almeno 3 grandi brani e un capolavoro. Purtroppo c'è anche un brano un pò sottotono ("Just because") e uno caruccio ma niente di che ("Dear mom"), ma a far risalire il livello dell'album ci pensa il magnifico (anche se breve) preludio iniziale; uno strumentale di una bellezza che fà accapponare la pelle.
 Il secondo brano in scaletta, "Hell of a town", sembra uscire dritta dritta dal primo "Night and day", con quei ritmi pop-latini spigolosi e geniali e quei ritornelli improvvisi, nervosi, pieni di rabbia ed energia. 



Poi arriva "Stranger than you", una grande ballata pop, melodia unica, ritornello che ti entra in testa e lì rimane; brano in cui l'elettronica si unisce ai violini, a creare un suono pop visionario e innovativo.


 Il brano seguente è  "Why", un vero capolavoro, affidato alla voce suadente ed emozionante dell'iraniana Susan Dehym (che ritroveremo anche nel brano "Caravan", dell'album del 2012, "The Duke", il tributo di Joe a Duke Ellington).
L'ultimo grande brano dell'album è "Love got lost", affidato alla voce drammatica di Marianne Faithfull. Brano avvolgente, grande composizione che esplode nel finale in un grido lirico e straziante. 


Il finale dell'album è affidato ad altri due ottimi brani, portati avanti dalla voce ispirata di Joe Jackson, in un mix di pop, salsa e richiami (nei tocchi di pianoforte in "Stay") al primo volume di "Night and day". I due brani chiudono il disco con un'atmosfera pacata, quasi un soffice tessuto che ci trasporta verso la notte e il silenzio della città, perchè questo album è dedicato a New York (come il primo "Night and day") e ogni canzone rappresenta un personaggio della città, ma anche un momento della giornata, così si parte dal traffico impazzito rappresentato nel ritmo diabolico dell'iniziale "Hell of a town" ai tormenti dell'immigrata appena arrivata in città ("Why"), per arrivare alla triste storia della drag-queen di "Glamour and pain" (un buon brano, anche se non entusiasmante)



 e ai tormenti per un'amore finito in "Love got lost"; c'è spazio anche per la paranoia urbana ("Just because") e per l'incidente avventuto al locale "Happyland", in cui persero la vita molte persone.

La chiusura è affidata a "Stay", quasi un lamento notturno, dove si percepiscono le strade vuote, i locali che chiudono e l'arrivo delle luci dell'alba.

Il secondo volume di "Night ad day" è dunque  la visione della città di New York da parte di una persona che vive da ormai quasi 20 anni; mentre nel primo "Night and day" si poteva sentire il "senso di scoperta" del nuovo arrivato nella grande mela, la sua eccitazione e frenesia, che qui lasciano il posto ad un pop più pacato, anche se (in diversi momenti) non meno incisivo e riuscito.


Prelude *****

Hell of a town ****1/2

Stranger than you ****1/2

Why *****
Glamour and Pain ***1/2
Dear mom ***
Love got lost ****1/2
Just because ***
Happyland ****
Stay ****

sabato 15 febbraio 2014

JOE JACKSON - Sinphony no 1 (1999) ****1/2



E' la seconda opera interamente strumentale di Joe Jackson (dopo il riuscitissimo "Will Power" del 1987). E anche questa volta Joe non sbaglia il colpo. L'album è una sinfonia ma incisa con uno stuolo di musicisti pop rock, tra cui Steve Vai alla chitarra ed è un mix riuscitissimo di rock e jazz, classica e new age.Non è quindi una composizione propriamente di stile classico, ma è un'incrocio (come sempre) tra i più svariati generi musicali.




First movement ****1/2
Fast movement ****
Slow movement ****1/2
Last movement ****1/2

JOE JACKSON- Heaven and Hell (1997) ***1/2



Ogni canzone di questo album è dedicata ad un peccato capitale. Un concept album che non porta del tutto fortuna al grande Joe Jackson. "Heaven and Hell" non è infatti tra le sue cose migliori, anche se rimane un buon disco, dove Joe prosegue la sua ricerca sonora in un mix sempre più rischioso e azzardato, in cui la classica si unisce all'elettronica, il jazz al rock, il pop alla musica latina.
Le tracce migliori sono le 3 iniziali, dove Joe riesce ancora ad arrivare a grandi livelli compositivi.
Il preludio strumentale è molto bello, così come il primo brano cantanto, "Fugue 1-More is more".


Bella anche la seguente "Angel", affidata alla voce di Suzanne Vega.


"Tuzla" e "Passacaglia-a bud and a slice" sono ancora due ottimi brani, anche se lievemente inferiori ai precedenti.

Le ultime tre tracce sono quelle che fanno cadere più in basso la valutazione finale dell'opera. "Right" è un brano stranissimo e a mio parere poco riuscito .
"The bridge" e "Song of daedalus" potrebbero anche essere dei brani interessanti, ma c'è qualcosa che non funziona nelle interpretazioni e nell'arrangiamento (anche se le versioni live sono forse migliori di quelle in studio, potete sentirle sotto!)...Peccato. Poteva essere un'altro grande album. Resta comunque un'album di valore, anche se non un capolavoro.

Prelude ****1/2
Fugue 1-More is more ****1/2
Angel ****1/2
Tuzla ****
Passacaglia- a bud and a slice ****
Right ***
The bridge ***
Fugue 2- Song of daedalus ***

JOE JACKSON - Night Music (1994) ****1/2



"Night Music" è l'album che riporta Joe Jackson ai livelli di "Night and Day" (1982) e "Body and soul" (1984) per completezza e uniformità. Non che album come "Big World" (1986), "Blaze of glory" (1989) e "Laughter and lust" (1991) mancassero di grandi canzoni e ispirazione (anzi!) ma negli album sopra-citati mancava forse (almeno in parte) un pò di unitarietà, erano troppo frammentari e c'erano troppe idee dentro per arrivare ad essere perfetti. Con "Night Music" il discorso è diverso, anche perchè Joe Jackson (soprattutto nella prima parte dell'album) tira fuori diverse composizioni davvero magnifiche, tra le sue migliori in assoluto. Lo strumentale iniziale stende al tappeto per la bellezza e la dolcezza della sua melodia, sospesa tra la new-age e la musica classica.

JOE JACKSON - Laughter and Lust (1991) ****

JOE JACKSON – LAUGHTER AND LUST (1991) ****

E' l'ultimo album di pop rock (almeno per gli anni 90) di Joe Jackson. Subito dopo il discreto (ma non eccezionale) successo del disco, Joe Jackson cadrà in una forte crisi depressiva, non riuscirà più a scrivere nè ad ascoltare musica per due interi anni (pensando seriamente al ritiro dalle scene), ma poi l'ispirazione tornerà, con l'addio (momentaneo) al rock e con il grande album "quasi classico" Night Music (1994). Questo "Laughter and Lust" è come sempre un'ottimo lavoro, anche se tendono un pò a scarseggiare (rispetto agli album anni 80) le "grandi" canzoni. Ce ne sono comunque almeno 3: l'iniziale "Obvious song", un'ignezione di energico e possente pop-rock, originale e geniale, in puro Joe Jackson style.



Anche "The Other me" è un bel pezzo pop d'atmosfera, romantico e dalla melodia avvolgente, sullo stile delle migliori "slow ballad" del nostro eroe.



 Ma la vera punta di diamante dell'album è la conclusiva "Drowning", un lento drammatico, in cui domina la voce di Joe Jackson e il suo pianoforte. Brano magnifico e perfetto, tra i migliori composti da Joe Jackson. 


Obvious song ****1/2
Goin Downtown ****
Stranger than fiction ****
Oh Well ****
Jamie J. ***1/2
Hit single ***
It's all too much ****
When you're not around ***1/2
The Other Me ****1/2
Trying to cry ****
My house ***1/2
The Old songs ****
Drowning *****







JOE JACKSON - Blaze of Glory (1989) ****

JOE JACKSON – BLAZE OF GLORY (1989) ****
"Blaze of glory" è inciso in studio, con una band di 16 elementi.
La prima parte (le prime sei canzoni) sfiorano il capolavoro, la seconda perde un pò di colpi (soprattutto in un brano evitabile come "Discipline", il punto più basso toccato da Joe Jackson). Ci sono però 7 grandi brani in questo album, a partire dalla traccia iniziale, "Tomorrow's world" (a mio parere il capolavoro assoluto dell'album e uno dei migliori brani scritti dal grande JJ). E' una traccia dove il pop più elegante si unisce (nel ritornello) ad un rock irruento e potente. Davvero un pezzo micidiale.


Si prosegue con altri due grandi brani, "Me and you (against the world)" (un rock scatenato in cui si mischiano elementi soul; davvero bella la strumentazioni a fiati, con tanto di trombe e tromboni e le voci che si inseguono a creare un'insieme musicale altamente riuscito ed eccitante).


 A seguire "Down to London" ci porta ai ritmi degli anni '6o, ma aggiornati ai tempi moderni; brano ritmatissimo e geniale.

 "Acropolis now" è uno strumentale davvero riuscito ed eccitante, in cui il rock si mischia ad elementi orientaleggianti. 


"Blaze of Glory" conclude alla grande la prima parte dell'album; una folk songs che parte scarna, con solo la voce di Joe e una chitarra acustica, poi la band entra al gran completo e il brano diventa una possente cavalcata rock, con tanto di sezioni fiati finale. 
 
La secondo parte cala un pò di livello, ma ci sono comunque altri due grandi brani; uno è "Evil Empire", che inizia in modo tranquillo, come fosse quasi un classico brano country, ma nel finale, all'improvviso, entra la batteria e tutto il resto della band. Un'altro colpo di genio.

La conclusione è affidata alla bella "The human touch", un lento (con tanto di violini) a stregarti il cuore e a conquistarti l'anima, come solo le migliori "slow ballad" di Joe sanno fare.



1- Tomorrow's world *****
2- Me and you ****1/2
3- Down to London ****1/2
4- Sentimental thing ***1/2
5- Acropolis now ****1/2
6- Blaze of glory ****1/2
7- Rant and Rave ****
8 – Nineteen Forever ***1/2
9- The best i can do ***1/2
10- Evil Empire ****1/2
11- Disciplie **1/2
12- The Human touch ****1/2