Sin dalla copertina questo album è affascinante. In essa, sullo sfondo, si possono vedere ancora le torri gemelle, che cadranno circa un anno dopo l'uscita di questo album...
Per molti questo "Night and day II" è l'album della rinascita di Joe Jackson, per molti altri è solo un triste tentativo di "emulare" il suo album di maggior successo (di critica e pubblico), quel "Night and Day" (1982) che lo lanciò di diritto tra i grandi (io direi grandissimi) autori pop moderni. Per molti critici Joe Jackson negli anni 90 si era perso dietro ad album noiosi e pretenziosi (che invece sono, a mio modesto parere, tra i migliori in assoluto della sua produzione), ma Joe Jackson è un'ecclettico per natura e così non gli ci vuole molto a farsi tornare la voglia di pop e ritmi latini, e cioè quella stessa ispirazione che aveva dato vita al primo "Night and day", solo che adesso vi unisce anche i violini, l'elettronica e la musica classica (suo amore "malcelato" da sempre). Il secondo capitolo di "night and day" non arriva al livello del primo, ma ci manca poco: ci sono almeno 3 grandi brani e un capolavoro. Purtroppo c'è anche un brano un pò sottotono ("Just because") e uno caruccio ma niente di che ("Dear mom"), ma a far risalire il livello dell'album ci pensa il magnifico (anche se breve) preludio iniziale; uno strumentale di una bellezza che fà accapponare la pelle.
Il secondo
brano in scaletta, "Hell of a town", sembra uscire dritta
dritta dal primo "Night and day", con quei ritmi pop-latini
spigolosi e geniali e quei ritornelli improvvisi, nervosi, pieni di
rabbia ed energia.
Poi arriva "Stranger than you", una
grande ballata pop, melodia unica, ritornello che ti entra in testa e
lì rimane; brano in cui l'elettronica si unisce ai violini, a creare
un suono pop visionario e innovativo.
Il brano seguente è "Why",
un vero capolavoro, affidato alla voce suadente ed emozionante
dell'iraniana Susan Dehym (che ritroveremo anche nel brano "Caravan",
dell'album del 2012, "The Duke", il tributo di Joe a Duke
Ellington).
L'ultimo grande brano dell'album è
"Love got lost", affidato alla voce drammatica di Marianne
Faithfull. Brano avvolgente, grande composizione che esplode nel
finale in un grido lirico e straziante.
Il finale dell'album è
affidato ad altri due ottimi brani, portati avanti dalla voce
ispirata di Joe Jackson, in un mix di pop, salsa e richiami (nei
tocchi di pianoforte in "Stay") al primo volume di "Night
and day". I due brani chiudono il disco con un'atmosfera
pacata, quasi un soffice tessuto che ci trasporta verso la notte e il
silenzio della città, perchè questo album è dedicato a New York
(come il primo "Night and day") e ogni canzone rappresenta
un personaggio della città, ma anche un momento della giornata, così si
parte dal traffico impazzito rappresentato nel ritmo diabolico
dell'iniziale "Hell of a town" ai tormenti dell'immigrata
appena arrivata in città ("Why"), per arrivare alla triste
storia della drag-queen di "Glamour and pain" (un buon brano, anche se non entusiasmante)
e ai tormenti
per un'amore finito in "Love got lost"; c'è spazio anche per la paranoia urbana ("Just because") e per l'incidente
avventuto al locale "Happyland", in cui persero la vita
molte persone.
La chiusura è affidata a "Stay", quasi un lamento notturno, dove si percepiscono le strade vuote, i locali che chiudono e l'arrivo delle luci dell'alba.
Il secondo volume di "Night ad
day" è dunque la visione della città di New York da parte di una persona che vive da ormai
quasi 20 anni; mentre nel primo "Night and day" si poteva
sentire il "senso di scoperta" del nuovo arrivato nella
grande mela, la sua eccitazione e frenesia, che qui lasciano il posto
ad un pop più pacato, anche se (in diversi momenti) non meno
incisivo e riuscito.
Prelude *****
Hell of a town ****1/2
Stranger than you ****1/2
Why *****
Glamour and Pain ***1/2
Dear mom ***
Love got lost ****1/2
Just because ***
Happyland ****
Stay ****
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